MA CHE BELLA SORPRESA (2015 A. Genovesi) Voto compessivo: 4 e mezzo |
Un film brasiliano del 2009, La donna invisibile è stato preso e rifatto dagli italiani, che novità! La fidanzata italiana perfetta in quanto inesistente, come la bravura di Chiara Baschetti - in fondo è solo modella -, sarà il frutto della mente vagabonda di Claudio che la inventa di sana pianta per tamponare una bruciante delusione amorosa. Se Claudio Bisio è sempre in forma e ce la mette davvero tutta anche quando dovrebbe far ridere e non ci riesce, non si può dire altrettanto di Frank Matano, che dal cinema di bassa lega del giovane Paolo Ruffini dovrebbe qui fare un salto di qualità, tuttavia fa solo prematuramente un cosiddetto salto dello squalo!
Scherzi a parte e tralasciando le scelte di vestiario della costumista per il personaggio di Frank - che però nella locandina del film lo ha vestito in jeans, al contrario del campionario di calzoncini sportivi anacronistici che ci dobbiamo sorbire nel film-, Matano fa un insegnante di educazione fisica che dovrebbe incarnare una vera e propria spalla comica per Bisio. Ma non ci riesce mai del tutto, a partire dall'esser poco credibile come ventenne insegnante. Ma sorvolando e volendoci credere, dopo un po' questa spalla diventa un'ingombrante palla al piede, specie in alcune scene dove si nota l'intromissione forzata del personaggio per scatenare facili risate ad hoc. Vogliamo aver fiducia in Frank Matano, vedere lui - e chi lo ha preceduto - in un ruolo diverso, da protagonista, per capire se la stoffa per questa carriera c'è davvero o se è solo una meteora. Per inciso: da Youtube al cinema indubbiamente non è male il risultato, ma da qui a paragonarlo addirittura a un mostro come Troisi bisogna aver preso un notevole abbaglio!
Pur non facendo ridere, il film (forse) non vuole neanche arrivare alla comicità vera e propria, piuttosto tenta di proporre una visione leggera, da commedia intelligente, su due temi seriosi: la fuga nella follia e in un mondo immaginario che rende però felici e quello dell'eterno paragone fra donna ideale e donna reale. Proprio qui si inserisce il personaggio di Valentina Lodovini, la vicina che ammazza il marito con troppo fritto e origlia Bisio innamorandosene. Nulla di nuovo sotto il sole, come dicevamo: tutto procede fiaccamente in modo prevedibile, con le solite situazioni da commedia degli equivoci accentuate da momenti che sfiorano il surreale e il grottesco. Senza che il regista Alessandro Genovesi lo gestisca sempre al meglio...
Particolarmente imbarazzanti Pozzetto e la Vanoni, che interpretano i bislacchi genitori scesi da Milano per conoscere la fidanzata che non c'è. Si ripropone il binomio conflittuale Meridione-Settentrione tanto affrontato nella commedia italiana recente, non solo per lo spaesamento dei genitori, ma anche per la trasferta partenopea del professore d'italiano interpretato da Bisio. A differenza dei precedenti Benvenuti al sud e fac simili, qui l'integrazione o il contrasto non sono più il vero problema, tant'è che il personaggio di Bisio ascolta e canticchia le canzoni di Carosone come fossero parte del suo DNA, dimenticando che viene da Milano. Ma che bella sorpresa è dunque un pastiche in eterno bilico fra commedia grottesca e una sorta di realismo magico senza che stupisca o osi mai davvero. Per quanto possa sembrare simpatica l'idea di un regista settentrionale che ci mostra una sua visione iperrealistica di Napoli, forse - e qui la sparo grossa - un progetto simile sarebbe uscito con migliori risultati se consegnato nelle mani di Peppe Corsicato, che di Napoli e grottesco se ne intende (v. Il Seme della Follia).
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