VIZIO DI FORMA (P.T. Anderson 2014) Voto complessivo: 6 |
Profondità di campo, costumi e scenografie d'epoca perfetti, ma non è un po' fine a se stesso tutto ciò? |
È tutto forma e poca sostanza: costumi, primi piani di teste e corpi eloquenti che parlano per un'epoca e di un cinema di genere, più che di una vera storia. Parla chiaro anche lo stile di montaggio del film che si rifà alla vecchia Hollywood, quella del classico noir, con i tagli di scena in dissolvenza incrociata... È chiaro come il sole che Anderson il vizio di "forma" l'ha preso alla lettera, perché formalmente il film è una riproposta fedele del genere hardboiled, senza aggiungere particolari note innovative. Nulla di più. Nel trailer ingannevole è stato spinto il tono umoristico delle scene circa le abitudini tossiche dell'investigatore privato Doc Sportello & compari, ma poi vedendo il film ci si accorge che oltre ad avere solo alcuni momenti che fungono da gag riempitive, non sono in nessun modo una novità. Di fatti avevamo già ammirato questa commistione fra serio e faceto in pietre miliari del genere come Pulp Fiction o Il Grande Lebowski.
Le "gone girl" a volte ritornano, ci insegna Fincher, ma questa è una femme poco fatale... |
Debolissima è anche l'interpretazione da parte di Katherine Waterston della "finta ragazza scomparsa" di Doc ("gone girl" è il termine poliziesco). Pessima e fiacca l'idea di affidare la narrazione con voce fuori campo a un personaggio, Sortilége, di cui fondamentalmente non sappiamo e non ci frega nulla. Buoni i momenti fra Phoenix e Brolin, ma il resto lo si butta, visto che l'intreccio complesso, ma evanescente non è reso così coinvolgente da farti volare due ore e mezzo di chiacchiere.
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