sabato, febbraio 28, 2015

Reese Witherspoon poco selvaggia in WILD, ignorato agli Oscar (a ragion veduta)

WILD  (Jean-Marc Vallée 2014)
Voto complessivo: 5 e mezzo
Dopo la morte improvvisa della madre e anche del proprio matrimonio, Cheryl per sua volontà decide di perdersi in un'escursione da più di mille chilometri per ritrovare la pace con sé stessa, ma avrà molte difficoltà ad adattarsi alle situazioni di precarietà in cui finisce. Reese Witherspoon produce e interpreta un film dalla trama asciutta ed esile, ispirata alle memorie di Cheryl Strayed. Sceneggiato da un Nick Horny drammatico, ma giù di corda, Wild è una storia semplice, ma poco originale e interessante, resa magica - ma giusto il minimo sindacale - dalla regia e il montaggio di Jean-Marc Vallée, autore del bel Dallas Buyers Club, film da incetta di premi lo scorso anno agli Oscar.

Un montaggio alternato a ritroso e in ordine sparso fra gli eventi fondamentali della vita di Cheryl dovrebbe aiutarci a ricomporre il puzzle che l'ha portata dove la vediamo noi, ma non arriva mai realmente a muoverci qualcosa dentro. Nemmeno nelle parti in cui la vediamo drogarsi e prostituirsi, anche se Cheryl non lo fa certo per piacere o per soldi. Cosa c'è di nuovo in questo film, a parte forse qualche bella soluzione di montaggio, sonoro e qualche momento in cui per la prima volta Reese Witherspoon si spoglia della maschera che ha indossato per grande parte della sua carriera costellata di commedie brillanti? Quasi nulla. È tutto già visto e già detto, per esempio, nel capolavoro di Sean Penn Into The Wild, con la differenza che quel film era molto più suggestivo da molti punti di vista. E si comprende che l'opera di Penn è un chiaro e imprescindibile riferimento. Un omaggio d'obbligo per questa opera che sembra quasi fatta ad hoc per finire nominata in qualche categoria agli Oscar 2015. Infatti così è successo a Laura Dern, che regge benissimo al passare degli anni, ma oltre a questo non ci ha regalato nulla di veramente significativo (infatti non ha vinto nulla) e per noi quando non lavora con il suo regista preferito, David Lynch, perde fascino e molto del proprio potenziale. Una cosa è sicura: duole ammetterla, ma questo non sembra neanche essere un film di Jean-Marc Vallée, che almeno nei precedenti C.RA.Z.Y, Dallas Buyers Club e Young Victoria ci aveva donato un qualche sprazzo di buon cinema indie. Vallée ha realizzato quasi tutto questo film da sé, con un budget ridottissimo e il fatto che il risultato sia comunque buono è lodevole, ma non c'è nulla di selvaggio da vedere o da scoprire. A partire dalla Witherspoon, che si sporca, ma mai abbastanza, nonostante ci abbia voluto proporre qualcosa di inconsueto per lei. A guastare il tutto è la solita retorica strappalacrime che piace tanto agli americani, con la differenza che il film è stato un flop anche in patria. Non che la retorica non mancasse anche nell'Alexander Supertramp di Penn...


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